Come gestire un figlio che ti sfida urlando: tu non mi comandi!

3 Apr 2023 | Problemi educativi

Come gestire un figlio? Spesso i genitori mi chiedono “dottoressa ma come devo rispondere quando mio figlio mi urla: non sei tu che comandi?”.

Di sicuro questa è una delle frasi che manda fuori di testa qualsiasi genitore.

Di fatto, siamo noi ad avere la responsabilità, quindi qualcosa dovremo pur poter dire. Già, ma quando nostro figlio ci sfida in questo modo, ci viene il nervoso perché ci rendiamo conto che di fatto non possiamo controllare nessuno, né a tre anni né tanto meno a tredici anni.

A meno che non ci piaccia ricorrere all’uso della forza. Ma non credo che nessuno qui pensi che sia la soluzione ottimale.

Quindi cosa possiamo fare per eliminare questi atteggiamenti di sfida?

 

Come gestire un figlio che ti sfida

Eliminarli alla radice. Bambini e ragazzi assumono questo atteggiamento di sfida per un motivo.

Spesso si sentono controllati e pilotati nelle loro giornate e hanno bisogno di trovare un modo positivo per sentire di essere in controllo e capaci di gestire la propria vita.

Un figlio che ci sfida non riesce, almeno in quel momento, a riconoscere l’autorevolezza del genitore e questo ci mostra anche che in quel preciso momento sente di non avere una connessione emotiva con il papà o la mamma.

Forse la relazione ha bisogno di un po’ di “riparazione” oppure è molto arrabbiato e dato che si trova in modalità “attacco e fuga” il genitore diventa il nemico da abbattere.

Qualsiasi tipo di punizione non può che peggiorare la sensazione di disconnessione e finirebbe per farlo sentire ancora più ingiustamente vessato. Per altro non lo aiuterebbe nemmeno a gestire la rabbia che vive in quel momento.

Quindi dobbiamo risolvere il problema della sfida e del rifiuto della nostra autorevolezza, ma non possiamo farlo con le punizioni o con la forza.

Possiamo agire solo ricercando la connessione emotiva, la vicinanza e l’affetto.

L’approccio giusto da utilizzare dipende naturalmente dall’età del bambino o ragazzo che ci troviamo di fronte.

Ho deciso quindi di scrivere una breve guida in cui vedremo insieme età per età come puoi risolvere questo problema.

 

Come gestire un figlio | Bambini 0-3 anni

A questa età, ovvero a partire dai famigerati due anni, il bambino non ha ancora compreso che può essere sé stesso e ottenere ciò che desidera senza dover per forza dire sempre di no.

Anche se noi genitori spesso ce ne dimentichiamo, anche i bambini di questa età sono esseri umani separati e distinti da noi che hanno il diritto di avere una propria opinione e sentono il bisogno di proteggere l’integrità del proprio sé.

Per questo motivo si impegnano alacremente a ribadire appena possono “No!”, “Faccio da solo!”. Gli atteggiamenti di sfida a questa età si gestiscono al meglio:

  • Facendogli sapere che hai capito il suo punto di vista. “Ho capito che hai detto niente bagno…” e alcune volte questo è già sufficiente per far sì che il cucciolo cominci a collaborare
  • Dagli un abbraccio (i bimbi di questa età hanno solo bisogno di ricreare vicinanza e connessione emotiva)
  • Decidi quanto puoi essere flessibile: “Ok, per oggi possiamo lavare solo le mani e la faccia!”, oppure “E sei tanto tanto sporco e hai davvero bisogno di un bel bagnetto, quindi cerchiamo un modo che funzioni per te”
  • Insisti con dolcezza sul tuo limite se senti che è essenziale “Stai piangendo perché non vuoi fare il bagno…sono qui con te… puoi piangere fino a che ne senti il bisogno, va bene…e quando non avrai più bisogno di piangere possiamo trovare la tua bambola, così fa il bagnetto anche lei: lo so che ti piace lavarle i capelli!”

Nelle prossime settimane vedremo come gestire bambini e ragazzi più grandi, fino all’adolescenza.

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