Come porre limiti a tuo figlio con empatia dall’infanzia all’adolescenza

11 Dic 2018 | Problemi educativi

Uno degli aspetti fondamentali del crescere i figli attraverso la connessione è quello di imparare a porre limiti con empatia. Quando comincio un percorso con le famiglie solitamente parliamo di come sia possibile educare attraverso la connessione evitando punizioni, minacce e ricatti. I genitori entusiasti tornano a casa e dopo pochi giorni mi richiamano. “Qui è un disastro! Non riesco a farmi ascoltare!”. E di fatto senza aggiungere alcuni ingredienti fondamentali, ad esempio rinforzando e riparando la connessione emotiva, diventa pressoché impossibile farsi ascoltare dai propri figli. Abituati a rispettare le regole solo per paura delle conseguenze. Imparano a rispettarle per ottenere qualcosa di più importante per loro: una relazione affettuosa e armoniosa con mamma e papà.

Diversi stili educativi

Se mi guardo intorno e osservo che tipo di stile educativo utilizzano le famiglie, direi che prevalentemente ne osservo due. Da una parte le  famiglie che minacciano, urlano o puniscono. Insomma che educano attraverso l’idea delle conseguenze. E dall’altra quelle in cui si lasciano fare i bambini e con molta difficoltà si riescono a dire dei no.

L’approccio di The Family Trainer invece sostiene che  i limiti abbiano un ruolo fondamentale. Senza limiti il tuo bambino non può crescere in modo sano. E i limiti che poni come genitore sono strettamente connessi alla capacità del bambino di sviluppare l’autocontrollo.

Porre dei limiti (in modo empatico) permette al bambino di sviluppare la capacità di controllarsi e di regolare emozioni e comportamenti. La capacità di controllare i propri impulsi. Di scegliere di rinunciare a qualcosa per ottenere un ‘altra cosa che rappresenta un obiettivo più grande. Saper utilizzare il proprio autocontrollo e tollerare delle piccole frustrazioni è una competenza fondamentale per affrontare qualsiasi tipo di compito nella vita.

Per quale motivo è così importante porre dei limiti?

Esercitare l’autocontrollo significa riuscire a controllare i propri impulsi per perseguire degli obiettivi che solitamente desideriamo maggiormente. Quindi ogni volta che poni un limite il tuo bambino pratica l’autocontrollo e costruisce nuovi percorsi neuronali che gli permettono di sviluppare sempre più questa capacità. Per questo motivo uno stile educativo permissivo non può funzionare. Perché non pone mai il bambino di fronte alla necessità di venire a patti anche con le esigenze degli altri. Con un punto di vista diverso dal proprio.

Ma allora perché è così difficile per alcune famiglie porre dei limiti? Perché nel momento in cui poni un limite o dici un no, devi anche farti carico delle emozioni che questo no suscita nel tuo bambino. E non sempre sono emozioni facili. E questo richiede sia al bambino che al genitore di fare un pezzo di lavoro in più. Di stare in ascolto e accettare che l’altro possa pensarla diversamente. E che nonostante questo il limite rimanga!

Cosa significa porre i limiti in modo empatico?

Quando racconto e parlo con i genitori dell’importanza dei limiti, quelli permissivi mi dicono “Va bene allora da domani tolleranza zero!”. E io li fermo subito….”No, no, aspettate un attimo….i limiti funzionano se posti in modo empatico!”. E qui si disegna sul loro viso un enorme punto di domanda.

Cosa significa porre limiti in modo empatico?

I limiti posti in modo punitivo – ovvero dicendo al bambino che ci saranno delle “conseguenze” se non fa o fa una determinata cosa – non sviluppano il senso di autocontrollo perché il controllo viene dall’esterno. Ovvero il bambino non sceglie di seguire ciò che gli dici. Lo fa perché teme le conseguenze e quindi di fatto non esercita la sua capacità di autocontrollo. Si adegua, per paura di riceverne conseguenze negative.

Il punto è che ci sarà un momento in cui non potremmo più imporre la nostra volontà sui nostri figli. Ad un certo punto diventeranno più grandi, talmente grandi fisicamente che non sarà più possibile forzarli fisicamente a fare qualcosa. E qui il livello di frustrazione per i genitori diventa elevatissimo. Facciamo un esempio? Il figlio 13enne che non è particolarmente amante della pulizia. Se hai un figlio di questa età sai benissimo che non puoi più costringerlo ad a lavarsi i denti tutti i giorni. E allora come si fa?

Entra in gioco l’empatia

L’empatia è il fattore fondamentale nel porre i limiti e nell’aiutare tuo figlio ad accettarli. A tutte le età.  Di fatto è ciò che consente al bambino/ragazzo di non opporre resistenza al limite che poni. Magari gli costa fatica attenersi al limite che imponi, ma nel contempo sente la tua comprensione e vicinanza emotiva. E questo gli rende più facile provare ad esercitare il controllo sui propri impulsi. Quindi di fatto sceglie di smettere di perseguire ciò che desidera   in quel momento (non lavarsi i denti) per rimanere in connessione con te, per avere un rapporto armonioso con te o anche per assomigliarti un po’. Accetta il tuo limite, lo interiorizza e lo fa diventare proprio.

Come avrai capito, tutto questo funziona solo se c’è una forte connessione emotiva tra te e tuo figlio. Il bambino/ragazzo interiorizza regole e valori perché ti vuole bene e vuole stare bene con te. E in questo processo comincia a vedersi come il bambino/ragazzo che è gentile con gli altri, che si prende cura delle sue cose e del suo corpo, che dà una mano perché sente che in questo modo può stare bene con te. Ma a poco a poco impara anche che con un pochino di impegno può riuscire ad ottenere questi obiettivi. E in questo modo diventa collaborativo, ma anche più sicuro di sé e di come si muove nel mondo.

Rimanere in connessione anche quando si dice un no

Per questo motivo è fondamentale rimanere vicini ed emotivamente connessi al tuo bambino/ragazzo anche nel momento in cui poni dei limiti. Altrimenti, se il bambino sente che questi limiti ledono la sua integrità personale proverà ad opporre resistenza. Quindi è fondamentale rimanere connessi anche quando si dice un no.

E come si può fare?

Questa è la vera difficoltà ed è quello che ci costringe come genitori a fare un po’ più di lavoro su noi stessi. A rinunciare a minacce, conseguenze e punizioni per cercare di creare una relazione che invogli tuo figlio a collaborare con te. Magari è vero non ha nessuna voglia di lavarsi i denti, ma può fare uno sforzo se capisce che è un punto di vista importante. Perché è il punto di vista di suo papà o di sua mamma.

Per porre i limiti con empatia è necessario riuscire a sentire il punto di vista dell’altro. In questo caso quello di tuo figlio. Quando poni un limite di solito esprimi un’aspettativa rispetto al suo comportamento o richiedi il rispetto di una regola. E nel porre il limite, accetti anche che tuo figlio possa avere un punto di vista diverso dal tuo. Comprendi la sua fatica ad accettare quanto stai richiedendo. E gli esprimi questa comprensione.

Esempi di limiti posti in modo empatico

“Tesoro, saltare è davvero una cosa bellissima. Fa sentire forti e atletici. E il divano è fatto per sedersi, non per saltare. Lo so che è difficile resistere, ma potrai saltare appena saremo fuori al parco. Farai dei salti altissimi. Non vedo l’ora di vederli”

Oppure:

“E’ ora di andare a nanna. Lo so che vorresti stare ancora tanto sveglio come la tua sorellina più grande. Ma i bimbi hanno tanto bisogno di fare la nanna. Così domani sarai in forma e avrai tanta voglia di giocare. E scommetto che quando sarai grande deciderai di andare a letto tardissimo!”

Porre un limite in questo modo non allontana tuo figlio da te. Gli fa sentire che gli sei comunque vicino. Che lo comprendi. Che talvolta avete opinioni diverse ma che comunque sei aperto all’ascolto. E che anche se alcune volte non gli andrebbe di fare le cose che chiedi le fa perché sei importante per lui!

Scegli gli ambiti in cui porre dei limiti

Se il limite è importante, è fondamentale essere determinati e consistenti. Ti consiglio di scegliere gli ambiti e le situazioni in cui per te è importante porre dei limiti.

Con i miei bambini ad esempio pongo limiti chiari sulla sicurezza, il rispetto per gli altri, sul non usare le mani o le parole offensive quando si è arrabbiati. Scegli delle priorità; non è possibile porre limiti su tutto. Di fatto abbiamo a che fare con delle piccole persone che stanno imparando ad usare l’autocontrollo. E che quindi non possono trovarsi di continuo di fronte a limiti e frustrazioni. Soprattutto con i più piccoli l’aspetto fondamentale è costruire la relazione. In questo modo, nella cornice di una relazione sicura, farà meno fatica ad accettare i limiti che sono importanti nella vostra famiglia.

E tu fai fatica a dire dei no in famiglia?

 

Spiegami le tue difficoltà in famiglia. Agiremo subito insieme per ritrovare armonia!

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